Mediaset condona ancora 13,4 milioni pagati a febbraio di Roberto Rho - Repubblica.it
MILANO - "Non ritengo che le aziende della mia famiglia ricorreranno ad alcun condono". Fu categorico, quel 30 dicembre 2002, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno. Essendo la sua famiglia, con quasi il 51%, l'azionista di maggioranza di Mediaset, in molti pensarono che quella dichiarazione valesse anche per l'azienda televisiva quotata a Piazza Affari. Che, invece, ha aderito al condono fiscale. Nel 2003, come comunicato ufficialmente agli azionisti nella semestrale. E anche nel febbraio del 2004, come emerge dal bilancio Mediaset appena pubblicato, che sarà approvato dall'assemblea dei soci di fine aprile.
Ecco i numeri: meno di due mesi fa, la società guidata da Fedele Confalonieri ha versato al Fisco 13,4 milioni di euro per mettere una pietra sopra alle contestazioni dell'amministrazione pubblica sull'utilizzo delle agevolazioni previste dalla legge Tremonti negli esercizi 1995 e 1996. L'avvocato di Mediaset, Francesco Tesauro, aveva ottenuto un primo pronunciamento favorevole della commissione di Milano.
Ma in secondo grado il verdetto è stato ribaltato, e il corrispettivo da pagare in sede di condono è salito al 50% dell'imposta, pari a circa 26,9 milioni di euro. Mediaset, dopo molti tentennamenti, ha deciso di pagare la metà e chiudere i conti. Così come hanno chiuso i conti con il Fisco, per vicende minori, altre società del gruppo: nel complesso, 9,8 milioni di adesioni al condono.
Lo stesso aveva fatto Mediaset lo scorso anno, nella vicenda sull'acquisto dei diritti cinematografici negli anni 1994 e 1995. Grazie agli ammortamenti, Mediaset aveva abbattuto anche negli anni seguenti Irpeg e Ilor con vantaggi fiscali che, secondo l'erario, non le spettavano: 164,9 milioni di euro di imposte evase, secondo il Fisco, 39 milioni di euro la somma versata da Confalonieri per chiudere la partita.
In verità, a pagare di tasca propria non è l'azienda televisiva quotata in Borsa, visto che all'epoca del collocamento delle azioni sul mercato la Fininvest concesse alla società controllata una garanzia di manleva su tutti gli oneri per fatti societari antecedenti la quotazione. Cosa che - bilancio alla mano - è puntualmente accaduta. Anzi, informa Mediaset, "l'adesione al condono è stata effettuata proprio a seguito di un invito della controllante Fininvest".
Dunque, nei due anni del condono fiscale, il 2003 e il 2004, Mediaset ha speso complessivamente 62,2 milioni di euro, circa 120 miliardi delle vecchie lire, per aderire al condono varato da Giulio Tremonti (negli anni passati consulente fiscale delle aziende del gruppo Berlusconi) e dal governo presieduto dal suo maggiore azionista Silvio Berlusconi. Così facendo, il Biscione - che si è legittimamente comportato come molte altre aziende, italiane e straniere, quotate e non - ha dribblato il rischio di dover pagare imposte per 191,8 milioni di euro, probabilmente qualcosa in più se si conteggiano anche gli accertamenti minori delle controllate. Insomma, ha pagato meno di un terzo di quanto richiesto dal Fisco. Euro più euro meno, 130 milioni risparmiati.
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